Recensione/ Tom Clancy’s Rainbow Six Vegas

Dalla penna di Tom Clancy, una nuova minaccia da sventare. Le luci della Città del Vizio fano da sfondo al nuovo capolavoro di Ubisoft, che si profila senza esitazione come il migliore del genere.

Tom Clancy’s Rainbow Six Vegas
Sviluppatore: Ubisoft Montreal
Editore: Ubisoft
Distributore: Ubisoft
Genere: Shooter
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PC, PlayStation Portable, PlayStation 2)
Titoli correlati: Rainbow Six 3 (GameCube, PlayStation 2, Xbox); Ghost Recon Advanced Warfighter (PC, PlayStation 2, Xbox, Xbox 360); Splinter Cell Double Agent (GameCube, PC, PlayStation 2, PlayStation Portable, Xbox, Xbox 360, Wii)

Vieni sull’arcobaleno

La contaminazione videoludica dei tomi di Tom Clancy continua con un nuovo episodio di Rainbow Six, deciso a sostenere la meritata nomea di shooter tattico di alto livello grazie all’azione perfettamente bilanciata a alla componente multiplayer ad alto tasso adrenalinico. In seguito a una missione per lo più di allenamento in New Mexico, l’azione si sposta in Nevada, precisamente nella coloratissima Capitale del Gioco americana. Pur non essendo una perfetta riproduzione delle attrazioni locali, le luci di Las Vegas fanno da ottimo sfondo per le avventure del trio di agenti speciali, ancora una volta intenti nello sventare la minaccia di un gruppo terroristico. La firma di Tom Clancy, purtroppo, non regala un plot sufficientemente intrigante a causa dell’abuso dei cliché del genere e di un epilogo poco soddisfacente. Non sarà un capolavoro di sceneggiatura, ma Rainbow Six Vegas può essere definito tale nel campo della giocabilità.

Rimane l’elevata enfasi sullo studio tattico delle situazioni, onde evitare di soccombere sotto il fuoco degli avversari, le cui azioni sono guidate da un’intelligenza artificiale finalmente credibile e ingaggiante. La cautela diviene la parola d’ordine per l’approccio delle varie aree di gioco, ciascuna delle quali offre una sufficiente libertà di intervento. Non sono rari i casi in cui è necessario trovare riparo dietro a sporgenze e oggetti di vario genere - durante i quali la telecamera passa a verso una brillante inquadratura in terza persona per garantire una migliore visione d’insieme -, per poi sparare alla cieca tentando un colpo di fortuna o trovare il tempismo esatto per sbucare dal nascondiglio e colpire al cuore. Il tutto grazie al sistema di controllo complesso in verità, ma che attribuisce le azioni più comuni in maniera sufficientemente intuitiva. Il resto è dettato dall’esperienza sul terreno di gioco e dal coordinamento della propria squadra, composta da altri due soldati che offrono costante supporto alle azioni decise dal giocatore.

La gestione della squadra e tutte le azioni che ne conseguono sono forse i momenti di maggior entusiasmo che derivano dall’esperienza di gioco. Un comodo puntatore può decidere la posizione dei soldati di supporto, mentre la croce direzionale assegna le azioni da intraprendere: un sistema semplice eppure versatile grazie ai controlli sensibili al contesto. Viene offerta, quindi, la possibilità di organizzare entrate in scena da vero film di spionaggio, irrompendo nelle stanze in punti diversi, calandosi dai piani dei grattaceli per poi infrangere le finestre, oppure – ed è solo una piccola parte di quanto il gioco ha in serbo – creando un muro di fumo per attaccare il nemico alle spalle. Ne deriva un gameplay altamente personalizzabile che può costituire una buona leva per rigiocare l’avventura più volte, magari al livello di difficoltà definito “realistico”, in cui sono sufficienti pochi colpi per rischiare la vita. Nonostante si possa lavorare di fantasia per affrontare le varie situazioni, rimangono evidenti i binari che conducono il giocatore durante tutta l’avventura di Rainbow Six Vegas. Il fatto che i soldati nelle stanze adiacenti siano insensibili alle violente sparatorie in atto a pochi metri di distanza, inoltre, costituisce un calo di tono inaspettato per il livello di realismo a cui mira il gioco.

E’ pur vero che la modalità in singolo duri poco meno di una decina di ore, ma Rainbow Six Vegas non gradisce essere accantonato sullo scaffale, in virtù della riuscita componente online che sfoggia, come in passato, modalità sia competitive che cooperative. Nel secondo caso, è possibile affrontare l’intera campagna in quattro giocatori (la squadra gioverà di un ulteriore compagno rispetto alla modalità single player), dando vita a entusiasmanti piani d’azione grazie al supporto della cuffia microfonata. Le modalità competitive propongono in salsa tattica le consuete opzioni di gioco degli altri titoli multiplayer, fra cui la possibilità di dividersi in due squadre in cui una deve conquistare l’avamposto protetto dall’altra. Possono intervenire fino a 16 giocatori che si danno battaglia in mappe ricavate dalla campagna principale o disegnate appositamente per tale scopo. A patto di trovare utenti disposti a mantenere lo spirito tattico del gioco, il divertimento è elevato in tutte le modalità proposte. Segnaliamo la possibilità di utilizzare la videocamera Xbox Live Vision per riprodurre i propri lineamenti (peraltro con risultati degni di nota) sui modelli poligonali e l’opzione di portare online i potenziamenti e l’armamento conquistati durante la campagna in singolo.

Rainbow Six Vegas costituisce una nuova prova della confidenza raggiunta dagli studi di Ubisoft nel trattare la piattaforma Microsoft. Vi sono diversi momenti in cui la realizzazione tecnica raggiunge livelli decisamente alti, sia per quanto riguarda il dettaglio dei modelli poligonali, ambientazione e l’abbondanza degli effetti, ma anche in termini di atmosfera e cura dei minimi particolari. Dato che il ritmo del gioco è piuttosto basso, l’uso di un motore per lo più ancorato sui 30 fotogrammi al secondo risulta una scelta appropriata e non troppo limitativa. L’ottimo lavoro dei tecnici Ubisoft si riflette anche sul comparto audio, i cui effetti incrementano il livello di immersione nel gioco, insieme alla musica rockeggiante che inietta adrenalina a volontà. Non si può elogiare Rainbow Six Vegas come un titolo che rinnova la serie, ma di certo il team di sviluppo ha intrapreso la strada vincente per regalare agli amanti del genere un episodio brillante sotto quasi tutti i punti di vista.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: atmosfera eccellente; coordinamento della squadra ottimale; intelligenza artificiale più che buona; molteplici modalità multiplayer; ottima realizzazione tecnica
Replay Value: ottimo. Modalità online cooperativa e competitiva
Aspetti Negativi: breve in singolo; narrazione sotto tono; per qualcuno sarà troppo lineare
In Sintesi: Rainbow Six Vegas concentra in un unico titolo il meglio degli shooter tattici attualmente in circolazione, corredato da ingredienti di prim’ordine come la realizzazione tecnica e l’efficace coordinamento delle azioni

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