Recensione/ Spider-Man – Il Regno delle Ombre

Puntuale come un orologio svizzero, Spider-Man si getta in nuove avventure con la complicità di altri compagni supereroi per sconfiggere le minacce che incombono su New York. Nella tela del ragno, oltre che gli scagnozzi di turno, sembra però esserci finita anche la varietà di gioco

Spider-Man – Il Regno delle Ombre
Sviluppatore: Treyarch
Editore: Activision
Distributore: Activision
Genere: Azione
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PC, PlayStation 2, PlayStation 3, Wii)
Titoli correlati: Spider-Man 3 (PC, PS2, PS3, Xbox 360); Grand Theft Auto IV (PC, PlayStation 3, Xbox 360)

Paganini non ripete

Anche senza l’appoggio di un blockbuster di Sam Raimi, l’amichevole Spider-Man di quartiere non rinuncia all’appuntamento divenuto ormai annuale. Come nei precedenti episodi, anche Il Regno delle Ombre mette a disposizione gran parte della Grande Mela da esplorare in tutta libertà, con l’obiettivo di sventare le minacce di nuovi invasori in cui sembra esserci lo zampino del simbiote. All’eroe in calzamaglia si uniscono altri personaggi Marvel, fra cui Luke Cage, la Gatta Nera e Wolverine, che assegnano di volta in volta le missioni da portare a termine. La meccanica di gioco ricalca solo apparentemente quella di Grand Theft Auto, in quanto la libertà non riguarda tanto l’azione quanto l’esplorazione. Si potrebbe riassumere il concetto de Il Regno delle Ombre in “vai, ammazza e torna”, a causa della costante necessità di eseguire gli ordini dei compari supereroi.

Non sarebbe un grosso problema se le missioni fossero interessanti e ben strutturate. Al contrario, Spider-Man è afflitto da una ripetitività che costringe il giocatore a ripetere sezioni di gioco due o tre volte, fin dalle prime battute. E’ esemplare il momento in cui ci si trova ad abbattere per due volte ben 22 cecchini, tutti con la stessa identica mossa. Se in principio tale espediente può risultare utile ai fini dell’addestramento ai controlli, risulta quasi diabolico nelle fasi avanzate. Nemici sempre uguali e poco intelligenti non migliorano la situazione, banalizzando l’esperienza di gioco. Potrebbe essere un gameplay indirizzato ai giocatori meno esperti e appassionati del personaggio, ma per i veterani risulta davvero poco motivante.
Ancora una volta ci si trova di fronte a un titolo dalle grandi potenzialità sfruttate, ahinoi, non a dovere. Non è tutto da scartare, infatti, a partire dagli enormi miglioramenti portati avanti nell’interattività. La città intoccabile del terzo episodio è ora vulnerabile ai combattimenti, con parti dello scenario che vanno in pezzi, esplodono e si danneggiano in maniera molto efficace e scenografica. Allo stesso modo, è possibile ferire i passanti, distruggerne le auto o utilizzarle come arma, anche se tutto ciò aggiunge punti malvagità al proprio profilo. Premendo la leva sinistra, infatti, Spider-Man muta il costume passando da buono a cattivo, cambiando completamente caratteristiche: agile con il costume classico, più forte e malvagio con quello nero. Peccato che i diversi finali siano decisi in base a scelte ben evidenti nella vicenda e non al comportamento tenuto durante tutto il gioco.

Le abilità di Spider-Man migliorano con l’utilizzo dei punti esperienza su una struttura ad albero divisa fra il costume classico e quello nero. Le capacità di oscillazione sulla tela, invece, dipendono dalla raccolta dei vari simboli disseminati in tutta la città, favorendone l’esplorazione in lungo e in largo. E’ un piacere muoversi lanciando le tele, saltare di palazzo in palazzo e arrampicarsi, in quanto il sistema di controllo è stato ulteriormente migliorato. Le ragnatele si attaccano ancora alle nuvole, ma si tratta di un difetto unicamente estetico, poiché favorisce lo spostamento da una parte all’altra della città. La telecamera purtroppo mostra delle difficoltà nel seguire i movimenti più veloci e incespica spesso quando ci si arrampica sui muri. Per il resto, la realizzazione tecnica si attesta su livelli discreti e può contare su una New York ben riprodotta e sufficientemente ricca di movimento. Il sonoro invece si muove fra alti e bassi, soprattutto a causa di intere sezioni in cui manca l’accompagnamento musicale.
In definitiva, Il Regno delle Ombre riesce a intrattenere ma manca di mordente, soprattutto a causa della ripetitività eccessiva delle situazioni da affrontare. Di sicuro svolge il suo dovere ed è in grado di coinvolgere gli appassionati di giovane età, ma è ancora lungi dall’essere il gran videogame che promette di essere sulla carta.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: lanciarsi fra le vie di New York è uno spasso; Spider-Man è ben riprodotto e animato; interazioni migliorate; costume intercambiabile
Replay Value: scarso. Nonostante i finali alternativi, la ripetitività affossa l’esperienza
Aspetti Negativi: missioni ripetitive e nemici sempre uguali; telecamera a volte poco collaborativa
In Sintesi: Spider-Man: Il Regno delle Ombre soffre di una ripetitività eccessiva che solo i giovani appassionati potrebbero trascurare. Controllare il proprio eroe preferito è un piacere, portare a termine le missioni un po’ meno.

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