Recensione/ Metro 2033

Sullo sfondo di una Mosca devastata dall'apocalisse nucleare, una nuova razza di mutanti emerge mentre gli umani trovano rifugio nella metropolitana, ultimo baluardo di una civiltà incapace di mettersi al sicuro da se stessa

Metro 2033
Sviluppatore: 4A Games
Editore: THQ
Distributore: THQ
Genere: Shooter
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PC)
Titoli correlati: Resident Evil 5 (PC, PlayStation 3, Xbox 360); F.E.A.R. 2: Project Origin (PC, PlayStation 3, Xbox 360); Half Life 2 (PC, PlayStation 3, Xbox, Xbox 360)

Capolinea

Tratto dall'omonimo romanzo di Dmitry Glukhovsky (Multiplayer.it Edizioni, 17,99 Euro), Metro 2033 fa proprio della vicenda - e di alcune scelte morali a essa connesse - il suo principale punto di forza. La sua esperienza lineare e strettamente single player si dipana fra i dedali della metropolitana moscovita per poi affacciarsi sul panorama devastato della superficie, dove il sole ha smesso di brillare ormai da tempo. Il proliferare delle razze mutanti dei Tetri, Nosali e Demoni ha costretto l'umanità a trovare rifugio nel sottosuolo, accalcati e disorganizzati nelle ultime stazioni da difendere, dove la paranoia non lascia troppo spazio alla sicurezza. Durante la decina di ore nei panni di Artyom, si conoscerà la paura del buio e del diverso, ma anche dei propri simili, in uno shooter fortemente orientato al survival horror.


Armi e tecnologia hanno sofferto il degrado della vita in metropolitana. Bisogna fare i conti con le munizioni "sporche", meno efficaci e potenti di quelle "militari", usate ormai come moneta di scambio data la loro rarità. Ne conseguono scontri molto più lunghi, in cui sono necessari molteplici colpi prima di abbattere un avversario, mutante o umano che sia. E' il primo di diversi interessanti tocchi di classe che contribuiscono a trasformare l'esperienza di Metro 2033 in qualcosa di inaspettatamente coinvolgente. Un taccuino con bussola annessa da illuminare con la fiamma di un accendino permette di tenere sott'occhio il prossimo obiettivo, eliminando HUD invasive dallo schermo. Una torcia la cui batteria deve essere ricaricata a mano con una dinamo portatile rende la propria situazione ancora più precaria. La necessità di indossare una maschera antigas - suscettibile ai colpi e con riserve d'aria limitate - fa sì che qualunque viaggio all'aperto sia quasi più claustrofobico di un giro nelle gallerie. Quando non c'è tempo di consultare l'apposito temporizzatore, il solo respiro affannoso del protagonista (e la maschera che si appanna sempre più) indica il momento di sostituire i filtri, rafforzando l'importanza del comparto audio che trova nel minimalismo la sua massima realizzazione.


Piccoli ingredienti che enfatizzano la grande verità di Metro 2033: il coinvolgimento ai massimi livelli. Non tanto per l'interattività - limitata e prescritta in taluni casi - quanto per la possibilità di personalizzare il ritmo della propria avventura, lasciandosi rapire dall'esplorazione delle ambientazioni. Anche stretti nei vicoli delle gallerie, i livelli lasciano aperti anfratti e corridoi da sondare per munizioni aggiuntive, senza contare la libertà garantita dagli spazi aperti e dalle rovine. Tutto è comunque riconducibile a massimo un paio di strade alternative, ma l'illusione di disporre della propria vita è davvero ottimo. Frutto della vicenda onnipresente ma mai pressante, che lascia il povero Artyom spesso solo e, quindi, libero da costrizioni narrative.


Eliminati ambienti ripetitivi e situazioni riciclate in favore di una varietà di situazioni esemplare, Metro 2033 tiene alla larga i dejà-vù tipici del genere, garantendo per l'intera avventura una sensazione di freschezza atipica. Le stazioni offrono qualche spunto di gioco di ruolo, con alcune scelte morali che portano a un finale alternativo e una buona personalizzazione del proprio arsenale, sebbene l'assenza di descrizioni renda difficile comprendere l'efficacia delle armi alternative. Metro 2033 non disdegna l'azione furtiva, che contro avversari umani risulta quasi preferibile. Sparare alle luci per rimanere nell'ombra, evitare suoli scricchiolanti e disarmare rudimentali sistemi di allarme costituiscono dei buoni presupposti per agire indisturbati. Purtroppo la precarietà di azioni che permettono di disfarsi degli avversari silenziosamente e l'impossibilità di far calmare le acque rendono questo approccio un po' arbitrario.



Sotto esame analitico, Metro 2033 è criticabile per carenze nella rigiocabilità (nessuna opzione multiplayer), per l'intelligenza artificiale sicuramente migliorabile e per qualche limite tecnico che inficia sulla fluidità a costo di mantenere una resa visiva d'impatto. Buono il sistema di illuminazione complessivo, ma meno convincenti le ombre proiettate dalla propria lampada o, ancora, l'assenza di gambe del proprio personaggio che, nei casi peggiori, permette di vedere il seggiolino sui ci si trova guardando in basso. L'esperienza di Metro 2033 va però oltre queste seppur evidenti costrizioni: riesce infatti a raccontare una storia con un coinvolgimento e una varietà che solo i grandi titoli riescono a offrire.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: ottima atmosfera; ambientazioni ampie; varietà di gioco, fra suspance e azione; tocchi di classe come la maschera antigas; ritmo dettato dal giocatore
Replay Value: sufficiente. Due finali e alcune scelte morali giustificano più partite, ma niente di più
Aspetti Negativi: intelligenza artificiale migliorabile; approccio furtivo non sempre soddisfacente; qualche limitazione tecnica; munizioni non semplici da capire
In Sintesi: al di là di qualche evidente limite, Metro 2033 coinvolge e appassiona grazie a una trama e a uno stile di gioco ottimamente caratterizzati

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