Recensione/ Operation Flashpoint: Red River

La guerra non è un gioco, ma sono parecchi i giochi di guerra che ci portano in prima linea. Fra i tanti sparatutto che puntano sugli effetti speciali hollywoodiani ecco chi si dissocia e sceglie il realismo.

Operation Flashpoint: Red River
Sviluppatore: Codemasters
Editore: Codemasters
Distributore: Namco Bandai Partners Italia
Genere: Shooter / Simulazione
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PlayStation 3)
Titoli correlati: Arma II (PC); Operation Flashpoint: Dragon Rising (PC, PlayStation 3, Xbox 360)

Colpo letale

Difficile parlare di realismo e di simulazione quando si c'è di mezzo la guerra. In quella vera basta un attimo di distrazione e si rischia la pelle, mesi di addestramento vengono cancellati in un istante e quello stesso istante rischia di divenire eterno mentre la tensione sale alle stelle. Non è certo la stessa cosa, ma anche nella guerra ritratta in Operation Flashpoint: Red River si possono riscontrare queste caratteristiche. Come i predecessori, il titolo Codemasters si fregia della volontà di portare il realismo in un genere visto sempre più frequentemente con gli occhi hollywoodiani di Michael Bay. Un realismo costruito si chiari punti fermi: i proiettili hanno una fisica e anche uno solo può essere letale; il ritmo cede il passo alla cautela; il coordinamento in squadra è vitale.


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Operation Flashpoint permette di adattare il grado di realismo alle proprie abilità. Se al livello di difficoltà Normale si è guidati quasi per mano attraverso le missioni grazie a un HUD più che esaustivo, il massimo della difficoltà offre le maggiori soddisfazioni. Senza indicatori sullo schermo se non utilizzando l'apposito visore e con solo gli ordini del comandante e dei compagni a darci un quadro della situazione, la tensione sale al massimo. Ogni passo deve essere mosso con estrema cautela, spaesati nella vastità delle ambientazioni desertiche eppure così dense di pericoli. "Sniper. 250 meters. North-East": i compagni tengono costantemente il contatto radio diffondendo informazioni molto utili per proseguire, ma la localizzazione solo in inglese con sottotitoli impedisce di immergersi nella battaglia in piena coscienza. Purtroppo, il realismo a volte è implementato in maniera posticcia. Esempi chiave sono le reazioni poco credibili dei nemici ai colpi agli arti e la possibilità di curare le ferite infinite volte. In altri casi il realismo porta a situazioni noiose, come i lunghi briefing a bordo degli Humvee che fungono da malriuscito collante narrativo oppure le frequenti camminate nel nulla per raggiungere l'obiettivo successivo.


Fedele alle sue origini, Operation Flashpoint: Red River è uno shooter tattico in prima persona con piena libertà d'azione in cui il coordinamento della squadra assume un ruolo determinante. A capo del team Bravo, il giocatore può personalizzare i componenti del team scegliendo la classe fra le quattro disponibili, il relativo arsenale e una serie di miglioramenti e abilità sbloccabili con l'accumulo di esperienza sul campo. Soprattutto, deve comandarne gli spostamenti tramite un menu radiale. Spedire i compagni in ricognizione, ordinargli il fuoco di soppressione oppure di ripulire un edificio diviene una pratica naturale in poche decine di minuti grazie ai controlli che variano in base al contesto, anche se alcune situazioni richiederebbero una maggiore varietà e precisione dei comandi. Seppur migliorata rispetto a Dragon Rising, l'intelligenza artificiale dei compagni non è sempre all'altezza della situazione - persiste una certa lentezza nell'esecuzione e la difficoltà nel trovare la via verso il bersaglio o peggio nel soccorrere i compagni - dando luogo a situazioni caotiche e game over inattesi.


Viene in aiuto la possibilità di ospitare e unirsi a sessioni co-op in ogni momento, soluzione che porta l'esperienza di gioco su livelli davvero entusiasmanti. A patto che fra i giocatori vi sia coordinamento in chat vocale, è solo in co-op che si riescono a sfruttare le varie peculiarità delle classi creando situazioni di gioco in cui, per esempio, il granatiere e il fuciliere attaccano frontalmente con il fuoco di soppressione mentre il cecchino coglie l'avversario di sorpresa. Che l'azione cooperativa sia la linfa del gioco è evidente nella modalità multiplayer "Ingaggi di Squadra" in cui si devono difendere avamposti, convogli e così via sopravvivendo ad attacchi sempre più ostili. A onor del vero l'assenza di modalità competitive può essere un deterrente, ma la bontà delle mappe e la varietà degli obiettivi del co-op riescono a sfruttare al meglio le caratteristiche tattiche del gioco.


Sebbene sia meno vario di Dragon Rising - le sezioni sui veicoli sono quasi assenti - Operation Flashpoint: Red River riesce a soddisfare gli amanti della serie con un gameplay articolato e profondo, una campagna di tre atti in Tajikistan longeva e una serie di mappe multiplayer per divertirsi con gli amici. Il tutto sotto il controllo del motore grafico Ego che, pur non eccellendo nei dettagli, riesce a rappresentare egregiamente la vastità del terreno di gioco (esplorabile in lungo e in largo). Non è un titolo per chi ama correre e sparare ai bersagli, ma chi volesse provare un'esperienza di guerra autentica potrebbe trovare una piacevole sorpresa.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: atmosfera realistica; personalizzazione della squadra; ottimo multiplayer co-op; campagna longeva
Replay Value: buono. Multiplayer cooperativo per la campagna e per modalità dedicate
Aspetti Negativi: intelligenza artificiale dei compagni deludente; si sente la mancanza di ordini più approfonditi; passaggi narrativi troppo lunghi e blandi; veicoli pressochè assenti
In Sintesi: con la sua visione realistica della guerra, Operation Flashpoint: Red River riesce molto bene in co-op, un po' meno da soli

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