Recensione/ The Elder Scrolls V: Skyrim

Massimo esponente del genere ruolistico occidentale, la saga di The Elder Scrolls torna con un nuovo capitolo pronto a coinvolgere il giocatore in un'avventura epica. Siete pronti a confrontarvi con un drago?

The Elder Scrolls V: Skyrim
Sviluppatore: Bethesda Softworks
Editore: Bethesda Game Studios
Distributore: Koch Media
Genere: RPG
Piattaforma: Xbox 360 (disponibile per PC e PlayStation 3)
Titoli correlati: The Elder Scrolls IV: Oblivion (PC, PlayStation 3, Xbox 360); Fallout 3: New Vegas (PC, PlayStation 3, Xbox 360)

Sky's the Limit

Abituati ai rigidi confini narrativi e di gameplay della maggior parte dei videogiochi moderni, Skyrim rischia di disorientare. C’è solo una breve sezione per familiarizzare con i controlli – una fuga a rotta di collo dalla pena di morte e dalle minacce di un drago – dopodichè ci si trova liberi di vivere nell'immensa terra di Skyrim. Non una libertà fittizia, dove le aree si sbloccano con il prosieguo dell’avventura. Bensì una libertà totale che permette di plasmarsi addosso l'esperienza di gioco. Il concetto è analogo a quello dei precedenti capitoli della serie The Elder Scrolls: senza dubbio, gli estimatori non dovrebbero perdere altro tempo e gettarsi a capofitto in questa nuova avventura che migliora e raffina quanto visto in passato. Chi si affaccia per la prima volta sui mondi creati da Bethesda, invece, si troverà faccia a faccia con una sensazione che, probabilmente, non ha mai provato prima.


Il mondo di Skyrim pone pochissimi limiti. Al contrario, offre moltissime opportunità per essere esplorato e vissuto non da spettatori, ma da protagonisti. La vicenda principale - ben strutturata e avvincente, ma non recitata altrettanto bene nelle scene di intermezzo – è solo la punta dell’iceberg dell’avventura in cui verrà coinvolto il giocatore. Sebbene si credesse fossero estinti, i draghi sono tornati a volare su Skyrim, seminando morte e distruzione sul loro passaggio. Durante un viaggio che ha dell’epico, il protagonista giungerà a scoprire le motivazioni del loro ritorno e sarà la chiave di volta per fermare l’invasione che rischia di mettere la parola fine sull’intera landa. E’ possibile seguire pedissequamente l’indicatore dell’obiettivo successivo per scoprire l’epilogo in poco più di 20 ore, ma la vera sostanza di Skyrim sta nel dettaglio, ovvero nella fitta trama di missioni secondarie e possibilità di personalizzazione che esso offre.


Fin da quando si visita la prima cittadina, inizia una sorta di collezione febbrile di quest assegnate dai vari personaggi non giocanti. Spaziando dalle missioni di ricerca a quelle di combattimento, le missioni secondarie sono raramente fini a loro stesse e spesso approfondiscono gli accadimenti nella terra di Skyrim. Come se non bastasse, una quest è spesso spezzettata in parecchie parti, trasformando quella che sembrava una semplice ricerca di un oggetto in una vera e propria avventura nell'avventura. Grazie alla tecnica procedurale, inoltre, le quest si generano costantemente in maniera casuale, garantendo una longevità che lascerà a bocca aperta. Sebbene queste missioni siano un po' più semplici di quelle predefinite, hanno il merito di spedire il giocatore negli angoli più impensabili della mappa, in modo da spingerlo a esplorarne tutti gli anfratti. Da cosa nasce cosa: dall'esplorazione potranno sorgere nuove quest, si potranno trovare rarità, libri che narrano delle vicende passate, e imbattersi in dungeon abbandonati. Sono i dettagli di un'esperienza di gioco senza precedenti.


Tutto questo può accadere ancor prima di trovarsi di fronte a un drago. Queste creature alate vagano incessantemente su tutta la terra di Skyrim e possono attaccare in qualunque luogo e in qualunque momento. In Skyrim nulla (o quasi) è predefinito, lasciando al caso (e alla generazione procedurale) il compito di animare il viaggio del giocatore. Non ci sono luoghi in cui sentirsi al sicuro dall'incursione dei draghi e il confronto faccia a faccia è capace di lasciare a bocca aperta nonostante i ripetuti incontri. I combattimenti si svolgono seguendo un iter preciso, in cui si dovrà indebolire il drago e costringerlo ad atterrare, per poi affrontarlo faccia a faccia e infliggergli i colpi finali. Dopo il territorio di Skyrim, i draghi sono di fatto i secondi protagonisti del titolo Bethesda e rendono questo nuovo episodio davvero unico nel suo genere, anche se paragonato con i predecessori.


Scegliere la propria identità, la razza - fra umani, orchi, elfi, animali antropomorfi e via discorrendo -, definire i connotati e i tatuaggi ornamentali sono solo i primi passi che delineano la creazione del personaggio. Non esiste il concetto di classe in quanto, sebbene ciascuna razza abbia le proprie peculiarità, si è liberi di evolversi nella maniera più congeniale, semplicemente facendo pratica con le armi o le abilità predilette. Se si desidera creare un perfetto guerriero basterà concentrarsi sull'uso delle armi da mischia; al contrario, bisognerà focalizzarsi sulla magia per divenire un abile mago; o ancora, agendo nell'ombra si incrementeranno le abilità furtive. Insomma, il personaggio seguirà la strada che gli si traccia, divenendo il frutto delle proprie azioni.


La flessibilità di questo sistema di crescita del personaggio emerge mescolando gli attributi: nulla vieta di equipaggiare una mano con un'arma bianca e l'altra con una magia, in modo da combinare attacchi e divenire avversari letali. Fra gli attacchi disponibili nel corso del gioco spiccano inoltre gli Urli, che permettono di prendere possesso dei poteri dei draghi quali la possibilità di infuocare gli avversari, di congelarli e molto altro ancora. Non mancano punti abilità da assegnare una volta saliti di livello, ma saranno complementari alle caratteristiche sviluppate nel corso del gioco. E' inoltre possibile incrementare le statistiche di magicka (ovvero il mana per utilizzare le magie), di salute e di resistenza. Quest'ultima è particolarmente utile quando si devono compiere sforzi come la corsa, oppure per contrastare a spintoni gli avversari. A tutto ciò si aggiunge la possibilità di costruirsi le armi, inventare nuove pozioni, acquistare e gestire la propria casa e perfino sposarsi. Tutto il necessario per vivere una seconda vita su Skyrim, insomma.


Ai programmatori va anche il merito di aver portato tutta questa personalizzazione e libertà a portata di pad, migliorando l'accessibilità con un menu semplice e intuitivo e con un sistema di selezione delle missioni ben organizzato. A differenza del passato, anche un neofita della saga può catapultarsi nel mondo di Skyrim senza troppi problemi, trovando appagamento fin dalle prime ore di gioco. Non ci sono dubbi quindi che Bethesda abbia superato se stessa con un vero capolavoro sotto diversi aspetti. Ma con un curriculum che include Fallout 3, delude la minore attenzione posta sulla reputazione - a meno di divenire un nuovo Attila, gli abitanti dei villaggi non cambiano sostanzialmente l'attitudine nei confronti del giocatore - e sulla caratterizzazione dei personaggi, decisamente più generici rispetto a quanto visto nelle Vault di Fallout.


Purtroppo permangono alcune mancanze a cui gli appassionati dello sviluppatore hanno ormai fatto il callo, ma che possono far storcere il naso più di una volta ai neofiti. Il tasto dolente riguarda i combattimenti corpo a corpo, che non restituiscono un'adeguata fisicità e soffrono di un design un po' antiquato. Sono assenti le combo di base con le armi da mischia, i nemici non sembrano accusare il colpo se non in parata e talvolta ci si trova in balia della confusione quando ci sono più avversari sullo schermo. Si tratta di uno strascico che Bethesda non riesce a scrollarsi di dosso, insieme allo stile grafico che, per quanto a tratti meraviglioso, denota una caratterizzazione grafica dei personaggi spesso sotto gli standard, animazioni legnose e ripetitive, scene di intermezzo poco attraenti, texture generalmente in bassa risoluzione e un effetto tearing pressochè costante. Siamo però disposti ad accettare questi compromessi in termini di qualità grafica in virtù della capacità di ritrarre un mondo che sembra non avere confini. Bisogna tenere a mente che Skyrim non ha muri invisibili: se un luogo si vede sullo schermo, è molto probabile che si possa esplorare liberamente, sia che significhi attraversare un fiume a nuoto, sia scalare una montagna. Tanta libertà e vastità portano con loro anche una manciata di bug: fra i più frequenti ci è capitato di sentire parlare dei personaggi senza che questi fossero presenti nella scena, dialoghi che richiedevano nozioni di cui non eravamo al corrente e qualche personaggio che fluttuava sul suolo.


Per quanto lontano dalla perfezione possa essere, The Elder Scrolls V: Skyrim non teme confronti nel suo genere in termini di esperienza di gioco, coinvolgimento e longevità. Appassionati o no, nessuno dovrebbe privarsi della possibilità di immergersi in un gioco di ruolo tanto maestoso e ricco di sostanza.

Raffaele Cinquegrana

Aspetti Positivi: epico; combattimenti contro i draghi; mondo vastissimo tutto da esplorare; centinaia di ore di gioco; sistema di crescita del personaggio ben congegnato; quest generate proceduralmente
Replay Value: ottimo. C'è spazio quasi per vivere una seconda vita a Skyrim
Aspetti Negativi: realizzazione tecnica altalenante; alcuni bug; sistema di combattimento corpo a corpo poco appagante
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